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PRINCIPALI BIAS COGNITIVI FINANZIARI

2023-12-18 18:00

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PRINCIPALI BIAS COGNITIVI FINANZIARI

errori da evitare quando investiamo i nostri risparmi.

 

 

 

Sono distorsioni cognitive fondate su percezioni errate o deformate o su pregiudizi astratti e che si formano, pertanto, al di fuori del giudizio critico e non si generanosu dati reali.

 

VANTAGGIO:

li usiamo inconsciamente per prendere decisioni in fretta e senza fatica

 

SVANTAGGIO:

ci inducono a prendere decisioni subottimali, inefficaci o errate.

 

 

 

  • Eccesso di confedinza/Overconfidence.  Eccessiva fiducia in sè stessi. Tendenza a sovrastimare le proprie capacità nel prevedere il corso degli eventi. Associato spesso al bias “illusione di controllo”, cioè il non considerare il ruolo giocato dalla casualità degli eventi. In genere la presunzione di poter battere il mercato e l'eccessivo dinamismo aumentano dopo ripetuti successi e guadagni. Spesso si lega alla “fallacia del giocatore”, ossia credere che gli eventi passati esercitino un'influenza su quelli futuri porta ad un'errata percezione della probabilità. 
  • Bias alla conferma/Confirmation bias. Tendenza a sovrastimare o a raccogliere solo le informazioni che confermano la correttezza di una propria idea o pregiudizio e ad ignorare l'importanza delle prove che le contraddicono. Ha la funzione di proteggere e rinforzare l'identità personale. La logica invece postula che per dimostrare la veridicità di X bisogna innanzitutto dimostrare che X non venga falsificato.
  • Bias del senno di poi/Hindsight bias. Tendenza a sovrastimare le proprie effettive capacità di valutazione di un evento a posteriori, cioè quando questo si è gia verificato e diventato più saliente rispetto alle opzioni non verificatesi. ("L'ho sempre saputo io, te lo avevo detto…"). Ha il vantaggio di fare percepire il mondo circostante come maggiormente coerente e controllabile.
  • Effetto dotazione/Endowment effect. Tendenza ad attribuire a un bene che si possiede un valore economico superiore a quello che si sarebbe disposti a pagare per acquistare lo stessobene, perchè vi si attribuisce anche un valore emotivo. Il dispiacere di perdere un oggetto di cui si è in possesso è maggiore del piacere associato all'acquisto di quello stesso oggetto. ne deriva la riluttanza a vendere i propri titoli.
  • Effetto disposizione/Disposition effect. Tendenza a vendere i titoli in guadagno ed a mantenere quelli in perdita. Anomalia decisionale spiegata in termini di attivazione emozionale: vendere un titolo in guadagno provoca orgoglio e soddisfazione, mentre si tende a rinviare la realizzazione dei titoli in perdita per posticipare la dolorosa consapevolezza di avere sbagliato.
  • Rimpiano/Regret - Worry. Da commissione: generato da una scelta presa e poi rivelatasi sbagliata. Da omissione: rammarico generato dall'aver ommesso una scelta che sarebbe stata vincente. Prima della decisione, attraverso il meccanismo di anticipazione del rimpianto e conseguente attivazione del rimugino ("se lo avessi fatto…", può indurre all'immobilismo decisionale. Dopo la decisione, attivazione di comportamenti che cercano di contenere il dispiacere o di trovare giustificazioni agli errori.
  • Bias dei costi irrecuperabili/Sunk cost bias. I costi irrecuperabili non dovrebbero influenzare le decisoni successive, invece vi è la tendenza a permanere in una posizione non corretta o non più redditizia, una volta che si ha gia fatto l'investimento, perchè in essa si sono gia spesi soldi e tempo. Ha una componente emotiva (rimorso) e una temporale ( il focus dell'attenzione sul passato o sul futuro). 
  • Errore di attribuzione/Self-serving bias. Dopo una decisione rivelatasi sbagliata, tendenza ad attribuire la responsabilità di tale scelta a cause esterne. Dopo una decisione rivelatasi corretta, tendenza ad attribuire i meriti a sè stessi. Spiega la tendenza di molti a seguire il comportamento della maggioranza ("effetto gregge", all'origine delle bolle), utile a ridurre l'insoddisfazione che deriverebbe dall'aver preso da soli delle scelte sbagliate. Soddisfa il bisogno di autostima e preserva dai sensi di colpa.
  • Contabilità mentale/Mental accounting. Tendenza ad attribuire al denaro valenze diverse, in base a come è stato guadgnato e a come verrà speso, ed a suddividerlo in diverse “categorie/budget mentali” per esigenze di semplificazione, così certi soldi si possono toccare e altri no. Non tutti i guadagni e tutte le perdite, a parità di valore, sono percepiti come uguali, ma questo viola il principio di fruibilità del denaro.
  • Effetto incorniciamento/Effetto framing. Il contesto ed il mondo in cui le informazioni vengono presentate e recepite influenzano le prefenze e le decisioni. Agisce in modo che il decisore adotti un unico punto di vista ed abbia pertanto una rappresentazione selezionata e semplificata delle opzioni tra cui decidere. E' molto usato dal marketing e dai venditori, non sempre in maniera etica quando vengono più o meno intenzionalmente veicolati messaggi inesistenti, inesatti, fuorvianti o ingannevoli. 
  • Effetto familiarità/Home bias. Tendenza a preferire titoli domestici e “conosciuti” rispetto a titoli stranieri. La maggiore familiarità induce a considerare i titoli più vicini come più sicuri e controllabili, causandone la scarsa e scorretta diversificazione del portafoglio. 
  • Propensione allo status quo. Il cervello è per natura pigro e lavora il più possibile col risparmio energetico attivato. Trattasi della resistenza ai cambiamenti e predilezione per la situazione corrente rispetto ad altre possibilità, anche quando tale scelta è inefficace. 
  • Morso del serpente/Snake bite effect. Tendenza a prendere decisioni molto conservative basate su esperienze negative passate e lamentarsi per i bassi ritorni conseguiti. 
  • Avversione alla perdita/Loss avversion. Tendenza a soffrire maggiormente il peso psicologico ed a considerare più rilevante una perdita rispetto al piacere di una guadagno di pari entità. 1000€ di perdita fanno soffrire di più di quanto rendono felici 1000€ di guadagno, pertanto “serve” un guadagno di quasi 3 volte superiore per pareggiare emotivamente i conti .
  • Bias di ancoraggio/Trappola della relatività. Durante il processo decisionale si tende a confrontare solo un insieme limitato di elementi: l'errore è ancorarsi, cioè fissarsi su un valore di riferimento che viene poi usato, arbitrariamente, in modo comparativo, cioè come termine di paragone per le valutazioni in atto, invece che basarsi sul valore assoluto.
  • Bias dello sconto iperbolico. Tendenza a scegliere una ricompensa immediata, anche se inferiore, rispetto ad una ricompensa maggiore ma ottenuta nel futuro. La ricompensa immediata è molto più attraente rispetto all'attesa ed alla pazienza che si dovrebbe tenere per ottenere un risultato migliore più avanti nel tempo.

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